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Buone notizie
- Peter Hocken
Il 10.06.2017 il Signore ha richiamato a sé nella notte padre Peter Hocken. All’età di 85 anni non compiuti se n’è andato un amico, un sacerdote, una persona sempre intenta a servire il Signore e il Suo corpo mistico. Dio gli ha donato un intelletto straordinario e una grande saggezza, insieme all’esperienza del battesimo nello Spirito Santo. È stato in grado di descrivere in maniera comprensibile e specifica le esperienze teologiche e spirituali della Chiesa di oggi, specie dopo il Concilio Vaticano II. - Kara Tippettsová
- Liu Žen jing - (brat Yun)
La Chiesa sotterranea cinese è sottoposta ad una crudele repressione e persecuzione anche in questi giorni. Yun sostiene che anche grazie alla persecuzione ormai più che trentennale, alla sofferenza e alle torture, oggigiorno i fedeli della Chiesa sotterranea cinese sono sempre più pronti a sacrificare la vita nei paesi musulmani, induisti o buddisti, per Gesù Cristo e per l'annuncio del Vangelo. - Egidio Bullesi
Intanto a 13 anni prese a lavorare come carpentiere nell’arsenale di Pola, dove nonostante la giovane età, si fece notare per la coraggiosa pratica della sua fede cattolica, specie in quell’ambiente di affermato socialismo, meritandosi comunque l’ammirazione e la stima di tutti.
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Siamo tutti parte di una grande storia. La grande storia del mondo è composto di storie passate e presenti della vita delle singole persone. Il portale mojpribeh.sk si concentra sul momento più importante della storia del mondo e individuale, il momento della personale esperienza di persona con Dio.
Storia - Tomáš Pružinec
Gagliarda e che è lo Spirito Santo
Doc. PhDr. ThDr. Tomáš Pružinec, PhD. Docente universitario presso la Facoltà di Filosofia dell'Università Costantino il Filosofo di Nitra. In Slovacchia ha studiato presso l'Università Comenio e l'Università di Trnava. In Francia ha studiato alla Nuova Sorbona (Paris III), all'Università Sorbona René Descartes (Paris V) e all'Università Cattolica di Parigi. In Svizzera ha studiato all'Università di Ginevra. Si dedica alla storia della filosofia e della sociologia, alla filosofia e sociologia francese e alla filosofia personalistica.
Sono cresciuto in una famiglia colta, ma da genitori divorziati, in mani sicure ed affidabili, ma senza fede cristiana, senza incontro personale con Dio.
Non c'era nessuno che potesse motivarmi a cercare Dio, nonostante i miei coetanei e conoscenti credenti ci avessero provato. I loro discorsi e comportamenti erano per me qualcosa di incomprensibile e molto lontano. Le loro pratiche religiose tendevano piuttosto a dissuadermi dall'occuparmi della questione della fede.
A quell'epoca pensavo molto poco alla possibile esistenza di Dio. Ero qualcosa come un credente ateo. Dio era con me, ma io non ero con lui. Non sono stato io ad iniziare a vivere con Dio. Fu Lui a rompere il ghiaccio ed iniziare una vita con me. Lessi la Bibbia. Il mio entusiasmo per quei bei racconti, integrati da un attraente allegato di una Bibbia illustrata contrabbandata dalla Jugoslavia, si spense dopo aver chiuso l'ultima pagina del libro. La leggevo con lo stesso entusiasmo che poteva darmi Dracula o Winnetou. Mia madre, che si prendeva cura di me, mi diceva che ad educarmi sarebbe stata la strada. Una cosa è sicura - non ero sulla buona strada.
Una volta, durante le vacanze sul lago Balaton, passai diverso tempo con una signora che ci faceva da guida. In un sol giorno mi parlò della fede di Abramo, Isacco e Giacobbe. Dio pronto a perdonare, misericordioso, pieno di compassione, lento all'ira e di gran bontà (Neemia 9,17) iniziò a parlarmi attraverso questa persona ed io decisi che avrei intrapreso il sentiero che conduce a quello che la Chiesa cattolica chiama Eucarestia. E andai. Quando entrai per la prima volta in chiesa, alcuni pensarono che avevo sbagliato strada ed ero entrato senza volerlo in qualche portone. Non avevo una buona reputazione, ma il Dio Padre buono mi aveva fatto risalire dalla fossa (Giona 2,7) ed iniziai una "vita religiosa attiva". Erano anni di immensa grazia di Dio, gli occhi e il cuore si aprivano ogni giorno di più e io cercavo di impegnarmi come meglio potevo.
Subito dopo la conversione accadde un fatto importante. Una domenica mattina stavo pregando in camera mia. Nel paesino accanto, parzialmente protestante, iniziarono a suonare le campane della chiesa.
In quel momento Colui che chiama (Romani 9,12) pose nel mio cuore il desiderio di unione nella Chiesa di Cristo. Mi parlò per mezzo delle campane e io accettai il servizio di unità del Suo popolo.
La settimana successiva andai a piedi nel paesino confinante per partecipare alla funzione religiosa protestante. Non sapevo bene dove si trovasse la chiesa e lì non conoscevo nessuno. In ogni modo la trovai. Il reverendo locale, un uomo anziano e benedetto da Dio predicò meditando le parole del profeta Isaia che nell'angoscia più buia incoraggiava il popolo d'Israele: Sorgi, risplendi, poiché la tua luce è giunta,e la gloria del Signore è spuntata sopra di te! Infatti, ecco, le tenebre coprono la terra e una fitta oscurità avvolge i popoli; ma su di te sorge il Signore e la sua gloria appare su di te (Isaia 60,1-2). Da quel momento il mio rapporto con Dio si legò al servizio dell'unità della Chiesa di Cristo. All'epoca però non sapevo quanto questo servizio fosse duro e a volte assai doloroso. Non sapevo che avrei dovuto affrontare incomprensioni e giudizi anche da parte della mia gente oppure spesso e volentieri da parte di tutti e due gli schieramenti.
In quegli anni a guidare la mia "vita spirituale" era un uomo dal cuore davvero grande, un sacerdote e predicatore straordinario, ma meno bravo a confessare. Stavo diventando sempre più schiavo di inutili scrupoli, con la testa tra le nuvole, ma con un rapporto sincero con Dio (o forse con qualche Sua caricatura?). Nonostante tutto, la mia sete di Dio e la mia ricerca erano profonde e tenaci.
Una sera dopo l'eucarestia ci ritrovammo tra amici a pregare nella cappella davanti al Santissimo Sacramento. In quel momento scese su di noi lo Spirito di Gesù. Feci esperienza di quella ventata che si abbatte gagliarda e che è lo Spirito Santo. Come lo spirito di Gesù discese sugli apostoli nel giorno della Pentecoste (Atti 2), come lo stesso spirito scese sulla gente radunata a casa di Cornelio a Cesarea (Atti 10,44; 11,15), come ci narrano gli eventi descritti nelle Sacre Scritture, così allora su di noi scese lo Spirito. Fui completamente riempito dello Spirito di Gesù, pieno di gioia, e iniziai a pregare come i cristiani presenti nel giorno della Pentecoste (Atti 2,4). Toccai con mano il Regno di Dio che è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo (Romani 14,17).
Da allora, ogni volta che veniva pronunciata la parola "Signore" Gesù, iniziavo a vivere la forza del nome del Signore. Quando pronunciavo quel nome o semplicemente lo ascoltavo, percepivo dentro di me qualcosa di diverso rispetto a prima. Anche la lettura della Bibbia all'improvviso era cambiata. Sentivo che la Parola era potente (Ebrei 1,3) e iniziava ad agire in me come presenza vivente ed efficace (Ebrei 4,12). Non ero più io a trasformarmi con le mie proprie forze ma Dio aveva iniziato a cambiarmi con la Sua grazia. L'amore che avevo così intensamente ricercato non era più un mio prodotto, ma era stato sparso nel mio cuore mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato (Romani 5,5). Non dipendeva più dalla "mia corsa" e neppure dalla "mia volontà di correre", ma da Dio che fa misericordia (Romani 9,16). Per mezzo dello Spirito Santo non ero più io a glorificarmi nel Signore ma il Signore che iniziava a glorificarsi in me. Fu un momento importantissimo del mio nuovo cammino di fede; un cammino che in seguito mostrò i suoi enormi paradossi.
Eravamo appena usciti dal regime totalitario (nel 1990) quando insieme ad alcuni sacerdoti iniziai a visitare i prigionieri, nello specifico nel carcere di Ilava. Una volta un detenuto mi disse: "Oggi tocca a voi cattolici, domani è il turno della Chiesa Apostolica e sabato i luterani.
Ci portate la fede, ma al tempo stesso anche Cristo diviso. Vorremmo far parte di un gruppo, ma non sappiamo quale". Questa esperienza dolorosa di divisione della Chiesa la sento ancora oggi.
Sappiamo che Dio ci chiama tutti affinché nelle nostre Chiese iniziamo a rassettare le reti (Matteo 4,21) e ad accogliere le parole di Gesù: uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli (Matteo 23,8).
Il mio cammino di fede è fatto di tanti eventi e fasi attraverso le quali Dio mi ha guidato: quando negli anni Novanta lavoravo come tecnico nell'industria meccanica pesante, quando poi ho iniziato a lavorare in ospedale al reparto chirurgia e in seguito ginecologia, dove ho visto morire diverse persone tra le mie mani e ho visto soffrire tanti bambini, ma dove ho visto anche la vita che viene al mondo e i volti sorridenti dei genitori. Mi ha guidato durante i miei studi e all'università. È stato una presenza costante durante tutti gli anni in cui ho vissuto all'estero. Non mi ha abbandonato neppure sul lavoro. Non sempre sono stato con Lui come Egli voleva. Non sempre L'ho amato con l'amore che Egli si meritava. Quante volte sono caduto! Assai in basso, quasi a toccare il fondo! Addirittura sono arrivato a sfondare il fondo.
Non so quante volte mi sono trovato a far esperienza dell'amore di Dio che innalza e dello spirito che vivifica (2 Corinzi 3,6). Dio che non ha respinto la mia preghiera e non mi ha negato la sua grazia (Salmo 66,20) mi ha toccato diverse volte e attraverso la sua azione non solo me ma anche altri... Gliene sono estremamente grato. Egli si compiace di usare misericordia (Michea 7,18). Dopo ogni caduto osservo sempre come si espande e diffonde il potere di Dio, come nella mia vita prendono forma tutte le Sue promesse.
Sta sempre insieme a me e mi insegna a camminare nella gioia e a volte anche nella vacuità. Sono contento quando giorno dopo giorno vivo la presenza e l'azione dello spirito di Gesù. Il suo abitare in mezzo a noi e dentro di noi è una presenza che ci benedice, è un enorme dono del Dio dell'amore, esclusivamente per noi. E sono contento anche quando ho la possibilità di servire l'unità, il potere di Dio che guarisce i feriti e gli afflitti. Sono contento quando vedo con gli occhi la realizzazione delle parole di Dio: affinché tutti siano uno... affinché tutti siano uno... affinché in essi sia l'amore... perché sono Tuoi.
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- Petr Jašek
Nell’intervista Petr Jašek racconta le sue esperienze a sostegno dei cristiani perseguitati nel mondo, la sua prigionia in Sudan, i buoni musulmani e le torture dell’ISIS, 4 mesi in cella d’isolamento, e il suo interessante punto di vista sull’Islam, l’orientamento spirituale dell’Europa, l’opinione dei musulmani sulla crisi migratoria e sull’Europa, e infine il suo messaggio e invito all’umanità. - Ján Volko
Credo che sia un ruolo davvero significativo. La fede in Dio mi sostiene nei momenti più duri ed anche nelle gare. Sento come Dio mi fa dono della Sua grazia e benedizione; e questo mi carica enormemente.