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Buone notizie
- Peter Hocken
Il 10.06.2017 il Signore ha richiamato a sé nella notte padre Peter Hocken. All’età di 85 anni non compiuti se n’è andato un amico, un sacerdote, una persona sempre intenta a servire il Signore e il Suo corpo mistico. Dio gli ha donato un intelletto straordinario e una grande saggezza, insieme all’esperienza del battesimo nello Spirito Santo. È stato in grado di descrivere in maniera comprensibile e specifica le esperienze teologiche e spirituali della Chiesa di oggi, specie dopo il Concilio Vaticano II. - Kara Tippettsová
- Liu Žen jing - (brat Yun)
La Chiesa sotterranea cinese è sottoposta ad una crudele repressione e persecuzione anche in questi giorni. Yun sostiene che anche grazie alla persecuzione ormai più che trentennale, alla sofferenza e alle torture, oggigiorno i fedeli della Chiesa sotterranea cinese sono sempre più pronti a sacrificare la vita nei paesi musulmani, induisti o buddisti, per Gesù Cristo e per l'annuncio del Vangelo. - Egidio Bullesi
Intanto a 13 anni prese a lavorare come carpentiere nell’arsenale di Pola, dove nonostante la giovane età, si fece notare per la coraggiosa pratica della sua fede cattolica, specie in quell’ambiente di affermato socialismo, meritandosi comunque l’ammirazione e la stima di tutti.
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Siamo tutti parte di una grande storia. La grande storia del mondo è composto di storie passate e presenti della vita delle singole persone. Il portale mojpribeh.sk si concentra sul momento più importante della storia del mondo e individuale, il momento della personale esperienza di persona con Dio.
Storia - Eva Bziňáková
La vittoria di Cristo sul cancro
... vorrei condividere con voi cose meravigliose che per me e per la mia famiglia ha fatto il nostro Padre Celeste. Ad ottobre compirò 46 anni. Ho un marito stupendo e due figli.
Verso la fine di maggio 2014 mi è stato diagnosticato un carcinoma colorettale con metastasi al fegato, peritoneo, nodi linfatici e piccola pelvi. Tutto si era mosso rapidamente e inaspettatamente, dato che non v’era alcun sospetto di tale malattia. Sono andata dal medico solo perché mi sentivo molto stanca e da due mesi sentivo dolori all’addome e allo stomaco. Non pensavo assolutamente a questo tipo di diagnosi. Nella famiglia di mio padre ben 7 persone sono morte di cancro, ma io non ci avevo mai pensato.
Per l’ecografia (dove il problema è stato riscontrato) dovevo attendere un mese, ma grazie ad un’amica siamo riuscite a trovare uno spazio vuoto dal venerdì al lunedì.
Sempre quest’amica mi ha aiutato a velocizzare anche altre visite e analisi. Dietro di lei agiva il Signore. Insieme a mio marito abbiamo fin dal principio creduto che questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio; attraverso la malattia si sarebbero rivelate le Sue opere. Ci davano conforto le tante preghiere, incoraggiamenti e parole ricevute dal Signore e da tante persone che il Signore mi ha mandato incontro in diverse maniere. Quando siamo venuti a sapere della diagnosi, entrambi abbiamo conservato una calma quasi soprannaturale. Questa pace di Dio mi ha accompagnata per tutto il periodo della malattia. È paradossale e logicamente inesplicabile, ma nel dolore e nella debolezza ho provato una gioia mai sentita prima nel Signore; ero infinitamente grata per ciò che Egli è, perché si prende cura di me e mi porta in braccio – anche attraverso l’intercessione e le preghiere di molti che si sono uniti alla mia lotta contro il cancro. Spesso era gente che non conoscevo di persona. Fin dal primo attimo ho creduto che Dio teneva nelle sue mani protettrici tutta la situazione (cosa che considero un vero miracolo e grazia di Dio, poiché fino ad allora ero sempre stata piuttosto incredula).
Credevo nel potere di Dio, nel Suo amore e nei miracoli e anche che i nostri figli non sarebbero rimasti orfani a metà... Credevo nel fatto che il Signore avrebbe mostrato la Sua gloria attraverso questa situazione. Non so neppure io dove di colpo ho preso tutta quella fede e fiducia; le mie condizioni erano davvero gravi. Nonostante un cancro al 4° stadio (ultimo) con metastasi estese ero calma e sentivo gioia nel Signore. Al tempo stesso ero consapevole che avrei potuto non svegliarmi una di quelle tante mattine... Non ero io ma la grazia e l’amore soprannaturali del Signore.
La prima operazione ha avuto luogo a giugno. I medici sono riusciti nell’intervento solo al terzo tentativo . L’anestesista mi aveva addirittura rimandato indietro dal tavolo operatorio. Durante quell’intervento i medici hanno asportato il tumore dall’intestino e anche la parte di pelvi contagiata. Ho iniziato sedute settimanali di chemoterapia e terapia biologica. Anche durante questo periodo sentivo uno stato di grazia immenso che veniva da Dio. La terapia sconvolgeva il mio sistema immunitario, i globuli rossi e gli altri elementi che compongono il sangue. Eppure mi sentivo benissimo. Addirittura non sono stata neppure contagiata da mio marito e mio figlio che per un periodo di tempo sono stati malati e prendevano antibiotici.
Avevo problemi di digestione, costipazione e reazione alla terapia biologica che provocava tossicità cutanea ed eritemi. Provavo dolore, prurito a causa delle infiammazioni che si formavano; anche esteticamente era un grosso problema. Riuscivo però a tollerare tutto grazie alle preghiere del “popolo di Dio”. La mia forza, pace e gioia è il mio Signore e voglio lodarLo malgrado tutte le circostanze...
Per poter eseguire il secondo intervento era necessario ridurre la metastasi epatica con la terapia. Questa era infatti di dimensioni 15x9x15,8 cm e di norma si operano quando sono grandi 5 cm. La risonanza aveva mostrato una riduzione fino a 8,25x4,8x8,2 cm. L’oncologa mi propose così di trovare un medico che avrebbe rischiato e che avrebbe asportato la metastasi dal corpo. Non conoscevo nessun chirurgo e ancor meno uno che fosse disposto ad assumersi una tale responsabilità. Mi capita poi d’incontrare un’amica che non vedevo da più di un anno. Esce fuori che il futuro suocero di sua sorella fa il chirurgo e che avrebbe provato a chiedere. La risposta è affermativa, ma c’era un problema. La metastasi non può invadere né la parte destra né quella sinistra del fegato, altrimenti l’operazione è praticamente impossibile e a rischio di vita. Alla risonanza non lo si vedeva; avremmo scoperto la verità solo sul tavolo operatorio. Quando il medico mi ha detto che l’esito dell’operazione non era assicurato, ho avuto una sensazione di sconvolgimento interno. Non volevo credere che mi avrebbero aperto il ventre per poi ricucirlo senza intervenire... Inoltre l’intervento avrebbe significato l’arresto della chemioterapia e soprattutto della bioterapia, che viene approvata e ordinata con vari mesi d’anticipo. Un’eventuale ripetizione dell’operazione (supponendo che fosse stata possibile), avrebbe complicato assai le cose. E così speravo che mi facessero altri esami, come per esempio una risonanza, per capire meglio la situazione.
SFin dal primo momento in cui ho realizzato di essere malata di cancro, il Signore mi ha dato un’enorme forza interiore, una pace e una “gioia” con la Sua presenza... Ora non volevo perdere affatto tutte queste sensazioni. Così in qualche modo mi sono messa a rimproverare me stessa e, dopo aver pregato, già un giorno dopo ho riottenuto quella preziosa calma. Lode al Signore! Nessuno mi aveva ancora fatto la risonanza, ma la cosa non mi turbava più. Era tutto in mano a Dio e non v’era bisogno di risolvere la situazione “umanamente”.
TAd ottobre mi sono di nuovo ritrovata sul tavolo della sala operatoria. Purtroppo la metastasi era ancora più grande di quanto si pensava (non 5 o 8, ma 15 cm !) e invadeva anche la parte sinistra del fegato. Le possibilità erano due: o il chiurgo rischiava di veder morire il paziente sul tavolo operatorio oppure tentare ad ogni costo di rimuovere la metastasi. Ringrazio infinitamente Cristo perché ha dato al medico la saggezza e il coraggio di rischiare. Egli ha guidato le sue mani e l’operazione è andata a buon fine. Lo dimostra il fatto stesso che sono qui in vita .
Si era reso necessario intervenire su entrambe le parti del fegato. Mi era rimasto solo il 40% del fegato. Hanno dovuto asportare anche la cistifellea, perché senza fegato non ha dove poggiare. Il tempo di rigenerarsi e funzionerò con “mezzo fegato”... Lode al Signore perché ha dato a quest’organo la possibilità di autorigenerazione. Più tardi un’amica mi ha rivelato che, se non fosse stata rimossa la metastasi, le previsioni di vita sarebbero state di 3 o 4 mesi... Secondo le statistiche europee e i dati sulla prevenzione in Slovacchia, attualmente solo il 5% dei pazienti al IV stadio di carcinoma colorettale riesce a sopravvivere (non dunque guarire) per 5 anni. Io però non rientro nelle statistiche perché credo che il Signore è al di sopra di esse. Egli ha in mano il numero dei miei giorni. Non devo pensare a “sopravvivere”, ma vivo appieno! Durante l’estate avevo ricevuto una lettera da parte di una ragazza che avevo incontrato una volta sola in vita mia prima dell’operazione. Nella lettera ella scriveva che aveva avuto un sogno su di me e che sarei stata completamente guarita, anzi che mi sarei ripresa a tal punto che avrei riottenuto le condizioni di quando avevo 11 anni. Questa persona mi ha anche telefonato a capodanno 2015 dicendomi che da tempo sentiva che io ero completamente guarita e che doveva annunciarmelo. Anch’io mi sentivo guarita. Per me quella telefonata era solo una conferma. Poi abbiamo iniziato ad incontrarci anche di persona e ho scoperto che ella aveva pregato per me per tutto il tempo, benché praticamente non ci conoscessimo affatto. La terza operazione durante la quale mi sono stati asportati i rimanenti focolai e cisti uterine (pelvi minore) è stata addirittura annullata e un polipo è stato tolto ambulatorialmente.
The third operation was cancelled. They had to extract some focal formations and cysts from my uterus (pelvis minor); eventually, there was no longer need to do that; they just removed a polyp in day-hospital.
La risonanza magnetica di dicembre 2014 e marzo 2015 ha confermato l’assenza di focolai patologici e tessuto tumorale. La mia oncologa stentava a crederci; così, per prevenzione, mi ha ordinato ulteriori sedute di chemioterapia e bioterapia fino al 17.4.2015. L’esame PET/TC (presso l’Istututo di medicina nucleare e molecolare) ha però confermato che il corpo era “pulito”; e se non bastasse, lo stesso risultato è stato ottenuto anche a settembre.
E così a distanza di solo un anno ho avuto la conferma di essere sana. Ho riacquistato anche il mio peso originario (avevo perso quasi 13 chili). Ora rifunziono e mangio normale. Mi mancano 31 cm di intestino, qualche pezzetto di fegato e la cistifellea, ma non sento alcun fastidio. Sono completamente guarita, per miracolo (credo e ne sono sicura che Gesù mi ha guarito dopo 7 mesi, anche se per i medici è incomprensibilmente duro accettarlo, ancora adesso).
Sono così grata a Cristo poiché è lui il mio medico e colui che mi ha guarito. Sono grata poiché si prende così cura di me e della mia famiglia. Ogni giorno in diverse maniere mi fa conoscere il suo amore e la cura che egli ha di me. A volte addirittura mi vizia. È così buono e sensazionale per me. Sono così lieta di appartenere a lui.
Grazie anche a coloro che Cristo ha utilizzato durante il mio processo di guarigione.
È stata una dura lotta sia fisica che psicologica. È arrivata l’ora di opporsi al nemico di Dio e di annullare ogni suo diritto sulla mia vita, allontanando ogni ostacolo e giungendo alla liberazione non solo della mia persona, ma della nostra stirpe e spianando la strada per la vittoria di Cristo.
Gesù ha unito molte persone e suoi servi, cristiani di varie chiese e denominazioni, comunità e ordini religiosi nella mia lotta contro il cancro.
Conoscendomi da anni, il nemico di Dio credeva che io fossi una facile preda, dato che ho vissuto a lungo come una pecorella abbandonata a se stessa. Ha fatto male i calcoli e si è rotto i denti cadendo. Non ha considerato che Gesù mi ha edificato saldamente attraverso la preghiera e mi ha integrato nella comunità dei cristiani. Il nemico si è schierato contro di me e di colpo si è trovato di fronte l’esercito di Dio. Un esercito di figli e figlie di Dio. La preghiera nella fede, nell’amore e nel potere di Dio è un’arma micidiale.
La forza della preghiera col cuore è davvero miracolosa. La Bibbia dice: “e la preghiera della fede salverà il malato, e il Signore lo ristabilirà; e s’egli ha commesso dei peccati, gli saranno rimessi. Confessate dunque i falli gli uni agli altri, e pregate gli uni per gli altri onde siate guariti; molto può la supplicazione del giusto, fatta con efficacia.” (Giacomo 5, 15-16).
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Credo che sia un ruolo davvero significativo. La fede in Dio mi sostiene nei momenti più duri ed anche nelle gare. Sento come Dio mi fa dono della Sua grazia e benedizione; e questo mi carica enormemente.