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Buone notizie

  • Peter Hocken
    Il 10.06.2017 il Signore ha richiamato a sé nella notte padre Peter Hocken. All’età di 85 anni non compiuti se n’è andato un amico, un sacerdote, una persona sempre intenta a servire il Signore e il Suo corpo mistico. Dio gli ha donato un intelletto straordinario e una grande saggezza, insieme all’esperienza del battesimo nello Spirito Santo. È stato in grado di descrivere in maniera comprensibile e specifica le esperienze teologiche e spirituali della Chiesa di oggi, specie dopo il Concilio Vaticano II.
    2017-06-11
  • Kara Tippettsová

    2014-10-30
  • Liu Žen jing - (brat Yun)
    La Chiesa sotterranea cinese è sottoposta ad una crudele repressione e persecuzione anche in questi giorni. Yun sostiene che anche grazie alla persecuzione ormai più che trentennale, alla sofferenza e alle torture, oggigiorno i fedeli della Chiesa sotterranea cinese sono sempre più pronti a sacrificare la vita nei paesi musulmani, induisti o buddisti, per Gesù Cristo e per l'annuncio del Vangelo.
    2012-12-31
  • Egidio Bullesi
    Intanto a 13 anni prese a lavorare come carpentiere nell’arsenale di Pola, dove nonostante la giovane età, si fece notare per la coraggiosa pratica della sua fede cattolica, specie in quell’ambiente di affermato socialismo, meritandosi comunque l’ammirazione e la stima di tutti.
    2011-09-26

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Siamo tutti parte di una grande storia. La grande storia del mondo è composto di storie passate e presenti della vita delle singole persone. Il portale mojpribeh.sk si concentra sul momento più importante della storia del mondo e individuale, il momento della personale esperienza di persona con Dio.

Storia - Ivona Škvorcová
Esame di stato Vs. Esame di vita

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Figlia e moglie.

“Finalmente ho terminato gli esami!“ Ero così contenta nel gennaio 2006 e non vedevo l’ora di godermi due mesi interi di meritato riposo. Restava solo l’ultimo semestre universitario, poi c’era da scrivere la tesi e infine gli esami finali. Questi erano i miei piani, ma Dio ne aveva di ben diversi.

Un piccolo “nodulo” che avevo toccato per caso sul collo stava per cambiare non solo quei piani, ma tutta la vita. Bisogna toglierlo – consigliò il medico. È un’operazione semplicissima, niente di particolare. In ospedale passai solo tre giorni e poi con grande calma e senza alcuna preoccupazione aspettavo i risultati della biopsia. Ero un’universitaria di 22 anni, piena di energia e vitalità. Non ci pensavo neppure che potesse essere qualcosa di grave. Il 22. 2. 2006 il medico disse: “è positivo”. Lì per lì non capii neppure bene cosa significasse. Fu uno shock per tutta la mia famiglia. CANCRO. Ero completamente confusa. Tante domande e anche paure.

Fin dall’inizio mi dava conforto il fatto di non essere da sola. Tutta la famiglia si unì a me e tutti pregavano il rosario ogni sera alle otto. Tutto era diventato secondario e nulla era importante come prima. Si aggiunsero anche amici, compagni di classe, altri fedeli e addirittura anche non credenti, uniti nella preghiera.

Alla prima visita presso l’ambulatorio oncologico speravo mi dicessero che avevano preso un enorme abbaglio. Invece non fu così. Chiesi se avrei perso i capelli. So che non è la cosa più importante, ma per me anche questo contava. In ospedale vidi due ragazze magrissime senza capelli. Mi venne in mente un pensiero: “Signore, se vuoi mettere alla prova la mia fede, toglimi i capelli. Non riuscirei a tollerarlo.” E ora avrei dovuto perdere quello che fin da bambina avevo sempre considerato simbolo di bellezza. E tutti mi avrebbero visto dimagrita e calva, malata di cancro – anticamera della morte. Questa era la scena che mi si proiettò nella mente.

ZL’inizio della quaresima segnò per me l’inizio della chemoterapia. Dovevo restare allungata diverse ora a guardare come quel “veleno” mi penetrava nelle vene. Più si andava avanti e più aumentava la durata della terapia. I giorni si alternavano tra brutti e meno brutti. La dottoressa mi chiedeva ogni volta se volessi il buono per la parrucca; e io mi rifiutavo ogni volta.

Ero all’ultimo anno di università e non intendevo interrompere gli studi. Così tra una chemio e l’altra continuavo a scrivere la tesi. Tra l’altro, ad aprile avevo anche un esame particolare per un certificato speciale di padronanza della lingua tedesca. Due giorni dopo la chemio feci 220 km per andare a scuola; non ci credevo neppure io che ce l’avrei fatta. E invece ce l’ho fatta. GRAZIE A DIO!

Stava per arrivare Pasqua. La Settimana Santa iniziò con fortissimi dolori. Non riuscivo a muovermi, piangevo e i medici non sapevano che fare. Non c’era farmaco che facesse effetto. Dopo tre giorni di dolori insopportabili il mio unico desiderio era di addormentarmi e non svegliarmi più. Ero completamente distrutta. La dottoressa disse: “Ivona, per me sei un mistero”.

Il Giovedì Santo ricevetti il più bel messaggio sms di tutta la mia vita: “Ivona, questa sera ti invito a cena. Sederai vicino a me. Gesù.“ Smisi subito di piangere e gridare. Fui come avvolta da una calma totale. I dolori continuavano ma io ero tranquilla. Fu in quello stato che trascorsi anche il Venerdì Santo. Il Sabato Santo sera la mia amica Eva venne per sostituire per un po’ i miei genitori e per starmi vicino. Mentre quelli pregavano in chiesa, Eva era in ginocchio a casa col rosario in mano, vicino al mio letto. Io ero distesa senza la minima forza, ma sentivo la presenza di Dio. E accadde qualcosa di incredibile. Piena di forza e di gioia immensa balzai dal letto. Il dolore era scomparso. Neppure la minima traccia! Non capivamo assolutamente nulla; altrettanto forte fu lo shock dei miei genitori e di mia sorella quando tornarono dalla chiesa e ci trovarono a cantare e ballare!

L’impossibile era diventato realtà. Ho vissuto nel Signore la più grande passione e poi la resurrezione. La più bella Pasqua della mia vita. È proprio la verità; dopo la sofferenza viene sempre la gioia. E Dio non ha mai smesso di prendersi cura di me. Consegnai la tesi in tempo e ad agosto mi aspettavano “solo” gli esami di stato.

All’inizio dell’estate iniziai la radioterapia. Giornate di sole intere passate in ospedale e poi a studiare. Belle vacanze! Dio non delude mai. Mi fece incontrare tante brave persone, tutte “sulla stessa barca”. In particolare c’era un signore di 70 anni con cui avevo fatto amicizia, pieno di ottimismo ed energia. Tutta l’estate fu piena di momenti indimenticabili che resteranno nel mio cuore tutta la vita.

Ora scrivo già da laureata, dato che nel frattempo ho superato tutti gli esami. Fine della terapia, fine della scuola e una vita completamente nuova. Avevo superato gli esami di stato e l’esame di vita. E i capelli? Avevo deciso di dire a Dio: “Prenditi i miei capelli.” Ed Egli si è preso cura anche di questo dettaglio. Alla fine non sono caduti. C’è infatti un 2% di casi in cui non cadono e io ne facevo parte. Si erano solo indeboliti e non crescevano più, ma almeno non ho dovuto portare la parrucca o foulard avvolti al capo. Dio non vuole portarci via nulla. Vuole solo il nostro sì e poi ci dona molto ma molto di più di quanto possiamo chiedere.

Qui potrei anche concludere il mio racconto. Così terminò nel 2006, ma due anni dopo assistei a qualcosa di straordinario quanto inatteso.

JUn ragazzo fu così colpito dalla mia malattia che decise non solo di pregare, ma insieme ad un amico si recò presso il convento delle suore della Santa Croce nel paesino di Cerová chiedendo preghiere per la mia salute. Le suore ovviamente iniziarono a pregare ma nessuno sapeva niente dei risultati e di ciò che stesse accadendo. Due anni dopo, grazie a mia zia vi fu un incontro fortuito a Cerová.

“Ma questa è Ivona” esclamò una suora che mi introdusse nel refettorio, dove già sedevano tutte le altre sorelle del convento. L’intera sala fu inondata di sorpresa, gioia ed emozione. Avevano visto in carne e ossa quella Ivona per cui avevano tanto pregato due anni prima, grazie all’intervento di due giovani. Ero lì viva e vegeta. E così mi raccontarono tutta la storia...

C’era una suora di nome Emanuela che aveva preso così a cuore la richiesta di quei due giovani che disse al Signore: “Signore, Ivona è così giovane. Prendi la mia vita al posto della sua. Te la offro per lei, affinché possa vivere.” A Pasqua iniziò a sentirsi male e le sue condizioni peggioravano rapidamente. Proprio in quegli stessi minuti io invece mi rimettevo in piedi ed iniziavo a sentirmi straordinariamente bene. Il dodici agosto arriva anche il risultato finale nero su bianco: la malattia era sparita e non c’era più neppure una traccia. Proprio quel giorno suor Emanuela passò a miglior vita. Una persona che non mi aveva mai neppure visto in vita mia si era sacrificata per me. Due anni dopo la guarigione questo fatto mi ha completamente sconvolto.

Ma non finisce qui. Quel giovane che era andato dalle suore a pregarle di pregare per me non aveva idea che si stesse prodigando per la sua futura moglie. Ci siamo sposati il 10/10/2015 grazie a suor Emanuela.

Se qualcuno mi avesse detto che mi sarebbe successa una cosa simile, avrei risposto che non ce l’avrei fatta a superarla. E in effetti Dio non ci manda mai più di quanto noi riusciamo a sopportare. All’inizio non avevo abbastanza forze, ma il SIGNORE mi ha aiutato ad accettare tutto e mi ha donato una famiglia e amici fantastici. Tutti mi sostenevano e mi davano coraggio, soprattutto nei momenti più difficili. Mia madre viveva ogni minimo dolore insieme a me e sapeva sempre come mi sentivo e di cosa avevo bisogno. Si è occupata di me fino all’estremo. Mio padre era sempre pronto a partire, anche in capo al mondo, pur di farmi sentire meglio. Mia sorella e le amiche si occupavano del lato sociale. Mi preparavano programmi interessanti; mi facevano sentire felice con piccole cose; e subito le giornate erano più serene. Al termine della terapia e degli studi mi fecero una grandissima sorpresa – il concerto del mio gruppo preferito! E non dimenticherò mai neppure quella Pasqua, i dolori che passavano dopo tantissimo tempo, un’enorme gioia che cresceva dentro di me... La chitarra e il canto della mia fantastica amica Eva e della sua famiglia.

RINGRAZIO il Signore perché sono qui e perché ce l’ho fatta, ringrazio Emanuela, mio marito, i miei genitori, mia sorella, le nonne, la mia madrina, le mie bravissime zie e tutta la famiglia e gli amici.

A tutti voi, a tutti quelli che stanno ancora lottando, voglio dire di non mollare e di non smettere mai di credere, poiché nulla è impossibile a Dio. EGLI è sempre con noi; e se Dio è con noi, chi sarà contro di noi!

 


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